I media possono giocare ruoli decisivi sia per quanto riguarda la formulazione delle sentenze, sia per quanto riguarda le indagini. Nel corso del tempo giustizia e mondo dell’informazione si sono pericolosamente intersecati, dando vita al processo mediatico, che si svolge nei giornali, televisioni, blog e forum invece che in aule di tribunali. Il rischio che si corre è che il processo mediatico sostituisca quello reale, o che possa addirittura influenzarlo [1]
Alla vigilia della sentenza di primo grado al processo per l’omicidio di Luca Sacchi, il rischio che oltre due anni di servizi volti a fomentare l’odio contro Anastasiya Kylemnyk possa avere, almeno in parte, un’influenza ingiusta in merito alla sentenza nei suoi confronti, è molto concreto. Vediamo quindi una sintesi di quanto è accaduto. Vediamo una sintesi del mediatico processo-farsa contro Anastasiya Kylemnyk: i protagonisti, i temi che hanno fomentato e fomentano l’odio, la strategia messa in atto da media asserviti e le loro tecniche, e gli obiettivi di tutto ciò.
Premessa: sulla base di oggettivi e indiscutibili dati di fatto, esercito il diritto di critica e di espressione, sempre nel rispetto delle persone, ed esprimo alcune mie emozioni in proposito di chi è protagonista dei dati di fatto mostrati, e in questo caso nessuno può essere discusso per avere espresso le proprie emozioni, anche se negative rispetto a terzi. Quindi, quando in questo post si esce dai dati di fatto, tutto va letto con la premessa del “secondo me”, che però, per facilitare la lettura, non ripeto ogni volta all’interno del testo che segue.
La cronaca
La sera del 23 ottobre 2019 l’italiano Paolo Pirino – legato alla ‘ndrangheta – aggredisce Anastasiya Kylemnyk a scopo di rapina, colpendola alla nuca con una mazza da baseball. Luca Sacchi, fidanzato di Anastasiya Kylemnyk ed esperto di arti marziali, atterra Paolo Pirino. A quel punto l’italiano Valerio Del Grosso – molto probabilmente legato alla ‘ndrangheta – spara un colpo in testa a Luca Sacchi, che morirà poche ore dopo in ospedale. Subito dopo, il mondo sovranista appare attraversato da un’ansia che, spesso, pare rasentare il panico. Con altrettanto tempismo, cominciano, da parte di media in vario modo riconducibili all’area sovranista, gli attacchi contro Anastasiya Kylemnyk. In particolar modo si distinguono (riconfermandosi in tutto questo tempo, con l’eccezione della Vita in diretta) i seguenti quotidiani: Libero, Il Giornale, Il Tempo, Affari Italiani e le seguenti trasmissioni televisive: La vita in diretta (edizione Matano/Cuccarini) e Quarto Grado. A ciò si aggiungono, nei commenti relativi ai vari post sulle pagine Facebook di questi media, una grande quantità di haters di stampo sovranista, o comunque di destra, anche estrema, il cui linguaggio è così simile a quello della Bestia di Salvini, da far pensare che, almeno alcuni di loro, non agiscano in modo spontaneo [2].
Più volte abbiamo visto come l’amicizia tra Matteo Salvini e la famiglia Sacchi possa essere considerata del tutto credibile [3]. Quindi, l’ipotesi, molto fondata, è che prima ancora che i nomi dell’assassino di Luca Sacchi e del suo presunto complice siano di dominio pubblico, dai vertici della Lega, forse da Salvini stesso o da qualcuno a lui molto vicino, sia partita una chiamata verso casa Sacchi. Alfonso Sacchi viene informato in merito all’identità dell’assassino e del suo presunto complice e, al tempo stesso, gli viene chiesta conferma dell’origine straniera di Anastasiya Kylemnyk. Lui naturalmente conferma. A questo punto, quindi in netto anticipo sulla messa in pubblico delle informazioni in merito ai responsabili dell’omicidio e dell’aggressione, dai vertici della Lega, forse da Salvini stesso, vengono inviate a contesti mediatici amici, precise indicazioni su come procedere per la narrazione del caso Sacchi: depistare ogni attenzione da Luca e dalla sua famiglia, mettere in ombra le figure dei veri responsabili e convogliare tutto l’odio possibile verso Anastasiya Kylemnyk [4].

I protagonisti
Storie Anomale ha preso in considerazione i servizi di Quarto Grado, e la sua pagina Facebook, in quanto in modo evidente, ha svolto e svolge una costante attività di vassallaggio a favore di Tina Galati e Alfonso Sacchi, in un altrettanto evidente collaborazione con i loro avvocati, Paolo Salice e Armida Decina, tanto da far pensare che tale collaborazione possa essersi estesa sino alla realizzazione in comune dei testi della trasmissione [5] [6]. In questo senso, il comportamento di Gianluigi Nuzzi, Alessandra Viero, Carmelo Abbate e di altri ospiti o “esperti” ha ripetutamente toccato il fondo, sia dal punto di vista deontologico che umano. Come più volte dimostrato [7] [8], i commenti sulla pagina Facebook di quella trasmissione, nei quali Anastasiya Kylemnyk viene insultata, umiliata, minacciata, massacrata sulla base di pregiudizi e stereotipi razzisti e sulla base di temi tipici della violenza contro le donne [9] [10], sono la diretta conseguenza dei servizi realizzati da Quarto Grado, che dunque deve essere considerata responsabile di tutta quella violenza. Altro che rispetto verso le donne. Altro che condanna alle discriminazioni razziste. Altro che giornalismo.
I temi
Il tema decisivo sul quale questi esseri fondano la loro campagna d’odio contro Anastasiya Kylemnyk possiamo intitolarlo “La ragazza dell’Est venuta in Italia a delinquere e che ha portato via un bravo ragazzo a una brava famiglia italiana”. Basta questo, unito a servizi realizzati ad hoc per scatenare gli istinti più bassi e triviali di una massa ignorante e violenta, per scatenare, fomentare e accrescere di volta in volta – in modo metodico e voluto – l’odio. Un odio, è bene sempre ricordarlo, nutrito da pregiudizi razzisti e da contenuti propri della violenza contro le donne [11] [12].

La strategia
La strategia è questa: la distruzione morale di Anastasiya Kylemnyk è direttamente proporzionale all’edificazione agiografica di Luca Sacchi. Obiettivo: allontanare dalla figura di Luca Sacchi ogni sospetto sulla presunta violazione della legge sulla droga. Ovvero: la santificazione di Luca Sacchi può e deve avvenire soltanto attraverso la demonizzazione di Anastasiya Kylemnyk [13].
Ecco dunque mettere in atto dei Rituali di degradazione [14] tali da ridefinire la percezione di Anastasiya Kylemnyk agli occhi dell’opinione pubblica: da fidanzata di Luca Sacchi che è rimasta sino all’ultimo accanto a lui a “serpe manipolatrice senza cuore responsabile della morte del suo fidanzato”. E via coi servizi di Quarto Grado e con Gianluigi Nuzzi che si erge a gran sacerdote di questi riti. I contenuti di questi servizi rinforzano presso l’opinione pubblica un sentimento di indignazione morale, del tutto irrazionale ma assai funzionale alla strategia della difesa della famiglia Sacchi. È bene ricordare e stigmatizzare l’assoluta e costante mancanza di pietas umana nei confronti di Anastasiya Kylemnyk, cui fa riscontro un altrettanto assoluta e costante disumanità, disprezzo per la deontologia professionale e assenza di empatia che portano alle infamie violente, volgari e codarde di cui abbiamo già proposto un esempio [15].

Le tecniche
Per ottenere questi risultati, Quarto Grado ricorre a tecniche audiovisive e linguistiche ben identificabili, che portano a ben identificabili errori di ragionamento: tutto ciò si chiama manipolazione dell’opinione pubblica e tentativo di influenzare, in vario modo, il processo reale. Rimando, per i dettagli, alle analisi indicate nelle note.
Alla base di tutto ci sono le Sequenze di montaggio, ovvero video realizzati accostando clip e immagini in realtà del tutto scollegati tra di loro, ma che assumono un preciso significato proprio in virtù del montaggio che le unisce, della voce narrante che le accompagna e del generale contesto comunicativo all’interno del quale sono inserite [16] [17] [18].
Dal punto di vista linguistico, domina il ricorso all’allusione e a quella che viene definita, più in generale, obliquità semantica. Ovvero, quel “detto – non detto” cui ricorrono anche certe “organizzazioni” quando vogliono in qualche modo influenzare l’esito di un processo [19] [20], puntando anche sulla forza emozionale delle componenti non verbali della comunicazione [21].
Attraverso queste tecniche, reiterate e insistite, vengono imposti all’opinione pubblica due bias giornalistici, ovvero due modi di ragionamento errati ma apparentemente credibili: la Tematizzazione e la Perception management [22]. Con la prima si sceglie un argomento, che rappresenta anche un obiettivo comunicativo, attraverso il quale colpire l’opinione pubblica, con la seconda, attraverso una serie di contenuti realizzati ad hoc, si guida la stessa opinione pubblica verso la convinzione che l’argomento in oggetto corrisponda alla realtà dei fatti.
Gli obiettivi
Come abbiamo visto sopra, l’obiettivo fondamentale consisteva nell’allontanare Luca Sacchi da ogni sospetto di coinvolgimento nella vicenda. Sempre come appena visto, da questo obiettivo ne è direttamente conseguito un altro, ovvero quello di trasformare Anastasiya Kylemnyk nella principale responsabile di quanto avvenuto: la strategia dell’Angelo e il Demone. Di sicuro quanto realizzato da Quarto Grado e da altri media, ha avuto quale effetto un depistaggio da altre persone, per convogliare tutta l’attenzione su Anastasiya Kylemnyk. probabile anche che ci fosse una volontà di influire in qualche modo su alcuni protagonisti del processo reale.
A proposito di depistaggi. A parte un articolo del “Il Messaggero” del 25 ottobre 2019, nessuno ha più parlato di Tiberio Simmi, parente (la notizia non è stata mai smentita) di Alfonso Sacchi, il cui esercizio commerciale si trova nelle vicinanze della Taverna le Coppelle dello stesso Sacchi. Definito anni fa dal “Corriere della Sera” uno tra “i maggiori gestori di ogni forma criminale capitolina”, Tiberio Simmi è fratello di Roberto, il cui figlio Flavio è stato ucciso il 5 luglio 2011 in un agguato che gli inquirenti ritengono collegato al mondo del traffico di droga. Come mai nessuno si è interessato di questo argomento? Nel ripercorrere la “carriera” di Tiberio Simmi emergono molti fatti di estremo interesse relativi a collegamenti tra la destra, anche eversiva, il traffico di droga, la banda della Magliana e le tre mafie [23].

In conclusione, dati alla mano, la strategia dell’odio contro Anastasiya Kylemnyk ha portato a distogliere, a volte in modo assoluto, l’attenzione dal vero responsabile dell’omicidio e dal suo complice, dall’ambito della criminalità comune e organizzata in relazione al traffico di droga e dall’implicazione in tutto ciò di ambienti – politici e non – legati alla destra sovranista.


Quindi, che due anni di questo tipo possano influenzare il giudizio su Anastasiya Kylemnyk, portando a una sentenza ingiusta e immeritata, è, purtroppo, un’ipotesi da mettere in conto. Ma questa, appunto, rimane un’ipotesi che speriamo non si verifichi.
Un’ipotesi che invece si è verificata, anche dopo tutto quanto visto, è questa:
Un giornalismo cinico e mercenario, prima o poi, creerà un pubblico ignobile – Joseph Pulitzer
FONTI
[1] Antonella Camerino, “Tribunali mediatici: la spettacolarizzazione dei processi in Italia e l’influenza dei mass media sull’opinione pubblica”
[8] https://storieanomale.com/2021/11/08/viaggio-nellodio-violenze-camere-degli-echi-e-responsabilita/
[9] https://storieanomale.com/i-quartohaters-le-parole-dellodio/
[10] https://storieanomale.com/2021/11/25/violenza-sulle-donne-online-quando-a-farla-e-la-massa/
[15] https://storieanomale.com/i-quartohaters-le-parole-dellodio/