Una stampa cinica e mercenaria, prima o poi, creerà un pubblico ignobile – Joseph Pulitzer
Come il processo mediatico può influenzare il processo reale. Linee generali
Premesse
Viene analizzata la strategia comunicativa di Quarto Grado in merito al caso Sacchi, che, in definitiva, coincide con un’evidente, asservita e metodica aggressione mediatica contro Anastasiya Kylemnyk. Modalità, obiettivi e altro, nell’articolo.
In fondo al post trovate l’elenco dei video dell’odio.
Tutto il materiale utilizzato da Quarto Grado per costruire i suoi servizi è compreso tra quello in precedenza analizzato dagli inquirenti: un elenco composto da 87 punti che si trova nella “Richiesta del Pubblico Ministero di Giudizio Immediato” [1]. A ciò vanno aggiunte solo alcune intercettazioni tra Anastasiya Kylemnyk e Luca Sacchi, nelle quali gli inquirenti non notano alcunché di interessante ai fini delle indagini, anzi, confermano quanto detto da Kylemnyk [2].
È stata la stessa Anastasiya Kylemnyk a chiedere di essere ascoltata in tribunale [3].
Quarto Grado viene preso come esempio più eclatante dell’asservimento di certi media nei confronti della strategia difensiva della famiglia Sacchi.
Bisogna tenere molto in considerazione i commenti ai post. Perché rappresentano l’opinione pubblica. E l’opinione pubblica online è composta da persone reali.
In alcune citazioni ci si riferisce alla “stampa” e ai “lettori”, quindi all’informazione veicolata da giornali e periodici. Qui i significati contenuti in quelle citazioni vanno estesi anche alla televisione e ai nuovi media.
Tutto quello che segue è basato su dati di fatto oggettivi e su quanto è accaduto.
Metodo
Vengono presi in considerazione solo i dati di fatto, ovvero evidenze oggettive provenienti da fonti autorevoli e terze rispetto alla famiglia Sacchi.
Viene preso come punto di riferimento principale la definizione di menzogna:
menzógna s. f. [lat. *mentionia, der. di mentiri «mentire»]. – 1. Alterazione (oppure negazione, o anche occultamento) consapevole e intenzionale della verità [4].
Si confrontano alcuni contenuti pubblicati da Quarto Grado con i dati di fatto e si verifica se, in essi, siano presenti uno o più elementi che caratterizzano la menzogna, come sopra definita, ovvero:
Alterazione e/o Negazione e/o Occultamento di informazioni decisive.
Nel caso in cui si verifichi la presenza di una menzogna, si confronta la stessa con il “Testo unico dei doveri del giornalista” e si vede se è possibile ipotizzare la violazione di una o più norme in esso contenute.
Nel caso in cui si evidenzino contenuti menzogneri, realizzati per la trasmissione e quindi pubblicati sulla relativa pagina Facebook, si presentano alcuni commenti ai post relativi e si dimostra come l’opinione pubblica sia influenzata dagli stessi.
Tutto ciò viene portato avanti attraverso l’analisi oggettiva dei linguaggi – verbali, non verbali e audiovisivi – prodotti da Quarto Grado.
Quindi si presentano le conclusioni.
Come il processo mediatico può influenzare il processo reale. Linee generali
I giudici e i testimoni sono persone soggette agli effetti del processo mediatico, in quanto sono inserite nella realtà in cui vivono, e nonostante il proposito di obiettività, sono comunque influenzabili dai fattori esterni e quindi anche dal potere dei media e dalla loro egemonia culturale. Quando si innesta un processo mediatico è infatti facile lasciarsi travolgere dagli impulsi emotivi per gli elementi che emergono. Questo fa venire meno quelle garanzie che sono alla base della nozione di un giusto processo (presunzione di innocenza e principio di terzietà de giudice) che sono alla base di uno stato di diritto. Quindi i media possono giocare ruoli decisivi sia per quanto riguarda la formulazione delle sentenze, sia per quanto riguarda le indagini [5].
Protagonista principale del processo mediatico è la televisione, che ha un potere d’influenza molto forte sul pubblico. Al suo interno dominano giornalisti e opinionisti, più o meno “esperti del campo”. A essa si sono aggiunti, negli ultimi anni, i Social Media.
Attraverso una manipolazione delle informazioni – che avviene mettendo in atto almeno due tra le caratteristiche della menzogna (alterazione e occultamento di dati di fatto) i media manipolano l’opinione pubblica. Questa manipolazione ha come obiettivo la polarizzazione emotiva contro il bersaglio stabilito, ovvero l’imputato/a al processo. Reiterando questi processi manipolatori i media creano un clima d’odio verso l’imputato/a, così forte da potere influire sui giudici e/o sui testimoni.
Nel corso del tempo […] giustizia e mondo dell’informazione si sono pericolosamente intersecati, dando vita al processo mediatico, che si svolge nei giornali, televisioni, blog e forum invece che in aule di tribunali. Il rischio che si corre è che il processo mediatico sostituisca quello reale, o che possa addirittura influenzarlo […]. Bisogna anche tenere presente gli effetti che i media possono produrre e alle forme di influenza che possono esercitare: il rischio di un errore giudiziario per via dei condizionamenti esercitati sui giudici e testimoni è dietro l’angolo e più frequente di quanto si possa immaginare [6].
Sotto questo aspetto, risulta palese la volontà di Quarto Grado di influenzare il processo a danno di Anastasiya Kylemnyk. L’unione sinergica dei servizi televisivi e della pubblicazione degli stessi sulla pagina Facebook rappresenta la base – potente e pervasiva – sulla quale creare, stimolare e nutrire d’odio un’opinione pubblica numerosa ed emotivamente carica, tale da poter influire su giudici e testimoni.
La fabbrica dell’odio
Tina Galati che parla dell’assassino (reo confesso) di suo figlio con tono quasi indifferente, per poi scagliarsi con veemenza, accompagnata dalla camera che stringe su di lei, contro Anastasiya Kylemnyk. E insistere, in modo concitato, sul tema che la ragazza le avrebbe “portato via” il figlio.
Tina Galati che indossa una mascherina chirurgica, per poi abbassarla mentre la camera stringe su di lei e comincia a scagliarsi contro Anastasiya Kylemnyk, insinuando, tra l’altro, una presunta relazione della stessa con l’amico di suo figlio, Giovanni Princi.
Video, questi, di Quarto Grado che diventano subito contenuti pubblicati sulla relativa pagina Facebook. E che producono centinaia di commenti d’odio nei confronti di Anastasiya Kylemnyk. Sono i primi di maggio 2020. Sta per iniziare il processo.
Lo schema dei servizi è fondato sulla figura retorica dell’invettiva che è, a sua volta, una forma di apostrofe.
Apostrofe. Figura retorica per la quale chi parla interrompe la forma espositiva del suo discorso per rivolgere direttamente la parola a concetti personificati, a soggetti assenti o scomparsi, o anche al lettore. Quando è accompagnata da toni violenti, ironia o sarcasmo, è detta invettiva [7]. Cioè: Discorso polemico concitato e violento, di accusa, di oltraggio, di acerbo rimprovero, contro persone o cose [8].
Quindi, lo schema è: Parte espositiva, in cui Tina Galati parla dell’assassino e del suo presunto complice > Interruzione (momento di cambio inquadratura) > Invettiva contro Anastasiya Kylemnyk.
Quindi, la figura retorica viene tradotta in linguaggio audiovisivo attraverso precise scelte stilistiche. Cifra caratteristica è il passaggio dal mondo del racconto (parte espositiva) al mondo del commento (invettiva), ovvero il passaggio al primo piano di Tina Galati che guarda direttamente in camera e si rivolge ad Anastasiya Kylemnyk.
Il racconto comporta distensione, generata dalla consapevolezza di trovarsi di fronte a un altro mondo, le cui interferenze con quello dei consumatori di informazione possono esercitarsi solo al livello di esemplarità; il commento è invece una componente del discorso molto più tesa, perché il soggetto enunciatore vi è implicato direttamente e perché il suo atteggiamento comunicativo pretende una notevole attenzione partecipativa da parte del destinatario [9].
Siamo quindi in presenza di servizi preparati in modo freddo e con una precisa strategia, e in modo altrettanto strategico messi in scena.
Che l’obiettivo fosse quello di scatenare l’odio dell’opinione pubblica contro Anastasiya Kylemnyk pare evidente dalle centinaia di commenti. Come sempre accade nella pagina Facebook di Quarto Grado, insulti (anche razzisti e/o colmi di evidente disprezzo per le donne), minacce e diffamazioni non vengono mai cancellati.
Questi video mostrano in modo esemplificativo le caratteristiche principali della comunicazione di Quarto Grado per suscitare e fomentare odio contro Anastasiya Kylemnyk, il cui fulcro è, come vedremo tra poco, attribuirle la responsabilità per la morte di Luca Sacchi. Eccole:
“Linguaggio fortemente allusivo e mai esplicito”;
Accentuazione degli aspetti non verbali;
Utilizzo di termini non diretti e non trasparenti;
Menzogne inserite in un contesto di “vaghezza semantica”.
Insomma, risulta evidente il ricorso – reiterato, pienamente consapevole e aggressivo – a quella “obliquità semantica” [10] propria di una realtà nettamente estranea a Quarto Grado e ai suoi ospiti ma che, proprio per questo, deve allarmare chi vigila sulla correttezza dell’informazione e sui fondamentali diritti delle persone. Perché manifesta l’intenzione di essere disposti a tutto – compreso ricorrere all’utilizzo di strumenti relativi a un mondo del tutto estraneo – pur di colpire Anastasiya Kylemnyk. E, mentre la signora Galati aveva tutto il diritto di non conoscere la fonte degli schemi comunicativi che metteva in atto, ciò non può dirsi di Quarto Grado. Anzi, è evidente come l’allusione rappresenti una decisiva cifra stilistica che caratterizza questa redazione ogni qualvolta realizza un servizio sul caso.
Si parla di linguaggio mafioso ogni qual volta sentiamo qualcuno parlare per allusioni [11].
I rituali di degradazione
Che la missione di Quarto Grado sia la distruzione morale di Anastasiya Kylemnyk agli occhi dell’opinione pubblica, e l’arrecarle il maggior danno possibile in fase processuale, risulta evidente da quanto visto e troverà ulteriore e definitiva conferma tra poco.
Per raggiungere la sua missione, Quarto Grado non poteva naturalmente basarsi sul reale capo d’imputazione (che, tra l’altro, è sembrato a molti eccessivo). Quindi ecco apparire, in piena concordanza con la difesa della famiglia Sacchi, la tesi della responsabilità diretta di Anastasiya Kylemnyk nell’omicidio. In questo modo, nel manifesto asservimento di Quarto Grado alla strategia difensiva dei Sacchi, è possibile procedere alla cerimonia di degradazione di Anastasiya Kylemnyk.
Una cerimonia di degradazione può essere definita come un insieme di attività comunicative articolate intorno ad una denuncia pubblica e dirette a trasformare l’identità sociale di un individuo in un’altra di rango più basso […]. Al centro sta un duplice processo di de-identificazione e di ri-identificazione, mediante il quale un mutamento di status viene pubblicamente riconosciuto e ratificato [12].
Evidenti gli sforzi – riusciti – di trasformare, agli occhi dell’opinione pubblica, Anastasiya Kylemnyk da fidanzata di Luca, vittima insieme a lui dell’aggressione, a responsabile, in qualche modo, della sua morte. Vedere i commenti ai vari post. Obiettivo metodicamente, freddamente e senza alcuno scrupolo portato avanti fin dall’inizio.
Dal punto di vista funzionale, bisogna distinguere gli effetti sociali della degradazione dai suoi risultati per l’individuo degradato. I primi sono di due tipi. In primo luogo, come ha sottolineato Durkheim nella sua teoria della pena, un sentimento di indignazione morale espresso mediante una denuncia pubblica ha l’effetto di rinsaldare la solidarietà del gruppo ricompattando il corpo sociale, sia che la denuncia sia giustificata sia che l’accusato funga da capro espiatorio. In secondo luogo, i rituali di degradazione hanno una cruciale funzione cognitiva, in quanto confermano (o ridefiniscono) i confini simbolici tra moralità ed immoralità [13].
Qui entrano in gioco gran parte dei fan dei Sacchi e di Quarto Grado, almeno quelli che commentano i post sul caso. Teniamo sempre presente che rappresentano persone reali, dunque quell’opinione pubblica che può, come abbiamo visto, influire in modo determinante sugli esiti del processo reale.
Grazie all’azione sinergica dei coniugi Sacchi, dei loro avvocati e di Quarto Grado (e di altri media), Anastasiya Kylemnyk è diventata la “ragazza (gli insulti li lascio alla vostra immaginazione) dell’Est che è venuta a portare via un bravo ragazzo dalle braccia dei suoi genitori”. Dove l’espressione “portare via” viene spesso tradotta nell’attribuzione – si tratta di diffamazione aggravata – del peggiore dei crimini. Sempre sotto la protezione di quella “obliquità semantica” che “rappresenta una sicura protezione da possibili implicazioni giudiziarie in merito ad affermazioni, anche gravissime agli occhi dei più, in quanto sono ‘discorsi metaforici’” [14].
Ma adesso vediamo bene chi sono questi fan.
L’orda dell’odio
Con il termine anglosassone Internet Haters (I.H.), gli esperti di comunicazione e la comunità scientifica internazionale definiscono persone che dietro un alias virtuale o reale, utilizzano le varie piattaforme internet per esprimere il loro odio verso altre persone, verso alcune specifiche categorie di soggetti, verso un’idea, verso un oggetto […]. Vengono definiti come soggetti bigotti, razzisti, pusillanimi, con un livello culturale basso o bassissimo (anche se in possesso di diploma di laurea o di titoli di studio!), insicuri, con una struttura di personalità fragile e adolescenziale, con una scarsissima autostima, con una identità personale debole, che godono nel gettare veleno, delegittimazione e scompiglio […]. Gli Internet Haters sono persone che odiano e aggrediscono proprio perché non hanno argomenti per contrastare dialetticamente e culturalmente l’oggetto che scatena in loro paura e timore. Non hanno argomenti e quindi odiano offendendo e cercando di distruggere virtualmente l’oggetto del loro odio [15].
Per esempio.

Questo commento non rappresenta l’eccezione rispetto ai commenti complessivi: rappresenta la regola, anche se qui espressa in una forma che possiamo definire estrema. E conferma quanto visto sopra: i fan dei coniugi Sacchi e di Quarto Grado che aggrediscono Anastasiya Kylemnyk sono “soggetti bigotti, razzisti, pusillanimi, con un livello culturale basso o bassissimo (anche se in possesso di diploma di laurea o di titoli di studio!) […] che godono nel gettare veleno, delegittimazione e scompiglio”, che non hanno argomenti di discussione e che quindi si rifugiano nell’insulto.
Qualcuno potrebbe dubitare della autenticità del profilo che ha espresso i commenti di cui sopra (la signora risultava essere italiana e gli errori grammaticali appaiono eccessivi – e comunque ammetto che l’ho volutamente provocata, visto anche il contesto generale di quel momento). Il punto è che non fa differenza. La maggioranza degli haters fan dei Sacchi e di Quarto Grado non esprime concetti molto differenti da questi. Di più: l’impressione è che, tra essi, ce ne siano molti che, oltre a comunicare nei modi propri di una nota Bestia del web, mettano in atto una precisa e premeditata strategia, volta a fomentare in modo metodico l’odio contro Anastasiya Kylemnyk.
Nelle occasioni nelle quali gli haters insistono sul tema della responsabilità di Anastasiya Kylemnyk nella morte di Luca Sacchi, chiedo, alle singole persone, in modo fermo ma civile, perché fanno quell’affermazione e chi sono le fonti che le portano a tale conclusione. Nessuna risposta. Tanto che, un giorno, qualcuno mi ha fatto notare che alcuni dei miei commenti di questo tipo venivano cancellati mentre altri, identici, no. L’ipotesi è che molti, se non la maggioranza, degli haters, abbiano avuto una sorta di “indicazione” su come agire o che, comunque, agiscano in modo “coordinato”: diffamare Anastasiya Kylemnyk e poi tacere, mai fare nomi. Chi interviene in modo spontaneo, invece, potrebbe rispondere in modo altrettanto spontaneo, e questo comprometterebbe la complessiva strategia comunicativa volta a fomentare l’odio contro Anastasiya Kylemnyk, per cui i miei commenti a costoro sono cancellati.
Il commento seguente, che in sé appare come “neutro”, all’interno del contesto delineato, e all’evidente strategia messa in atto contro Anastasiya Kylemnyk, potrebbe risultare significativo.

La leadership dell’odio
Con il termine leadership qui intendo, rifacendomi al significato letterale, alla capacità di influenzare – in modo più o meno consapevole – un grande numero di persone attraverso le proprie azioni comunicative.
Dai commenti ai post di Quarto Grado sul tema, risultano evidenti le influenze di precise persone nella costruzione e diffusione dell’odio nei confronti di Anastasiya Kylemnyk:
Tina Galati: area semantica del carcere, dell’anatema, del tradimento e della responsabilità diretta o indiretta.
Alfonso Sacchi: area semantica dello “schifo / mancanza di dignità” e della “pena esemplare”.
Paolo Salice: area semantica della “serpe manipolatrice”.
Gli insulti razzisti, invece, provengono direttamente da molti haters. Più avanti vedremo che ciò ha un preciso significato.
Questi due commenti rappresentano degli esempi clamorosi di come funziona la leadership dell’odio.

Anatema. Responsabilità diretta. “Pena esemplare”.

Insulto sessista e razzista. Anatema.
Non credo sia una coincidenza che, tempo prima, Tina Galati si fosse così espressa:

Il blob dell’odio
Abbiamo visto come, dal punto di vista della comunicazione verbale, Quarto Grado persegua la sua missione attraverso il continuo ricorso a un linguaggio allusivo (lo si ritrova addirittura nei comunicati stampa) e l’utilizzo di termini non diretti e non trasparenti. Vediamo adesso come traduca ciò nel linguaggio audiovisivo.
Lo strumento fondamentale è rappresentato dall’utilizzo del montaggio parallelo, ovvero quel tipo di montaggio nel quale vengono giustapposte scene indipendenti tra loro, in modo da produrre un senso stabilito [16].
Accade questo.
– Tra gli 87 elementi sui quali si è formata la “Richiesta di Giudizio Immediato” [17], Quarto Grado seleziona solo quei pochi che possono essere utilizzati, debitamente manipolati, per sostenere la strategia difensiva dei Sacchi.
– Tra tutte le testimonianze, tiene in considerazione solo quella dell’uomo che dichiara che Luca Sacchi, nel momento dello sparo, fosse solo. Quarto Grado, ospitandolo in piena violazione del “Testo unico dei doveri del giornalista”, lo definisce “supertestimone”. Quell’uomo, insieme a tutti gli altri testimoni, è stato sentito dagli inquirenti, che hanno dato alla sua versione scarso o nullo peso, visto che quanto riportato nel capo A) della “Richiesta di Giudizio Immediato” conferma la versione della “Ordinanza di Custodia Cautelare” [18] che, a sua volta, conferma la versione di Anastasiya Kylemnyk e quelle degli altri testimoni, nonché quanto ripreso dalle telecamere.
– Ricorre a una serie di materiali video e fotografici relativi ad alcuni protagonisti della vicenda e li seleziona e utilizza di volta in volta secondo i suoi obiettivi comunicativi, che coincidono con quelli della strategia difensiva dei Sacchi.
– Aggiunge, all’occorrenza, video di repertorio, come quello di una pistola che esplode un colpo o quello di un orologio che segna il tempo.
– Aggiunge al tutto una voce fuori campo che “guida” la percezione e l’interpretazione visiva secondo la produzione di senso voluta.
Insomma, voce off a parte, realizza dei servizi con una tecnica simile a quella utilizzata dalla trasmissione Blob, nella quale la deliberata e calcolata giustapposizione di spezzoni audiovisivi estranei tra loro causa, nella mente dello spettatore, una determinata produzione di senso.
In pratica, Quarto Grado realizza servizi combinando per la maggior parte lo stesso limitato numero di materiale audiovisivo e fotografico, creando in molti spettatori una sorta di compromissione dell’esame di realtà che comporta disorientamento temporale e cognitivo. In questo modo diventa più facile innestare, su questo terreno, elementi e suggestioni emozionali e, al tempo stesso, privi di reali fondamenta.
Esempio. La ragazza dei commenti qui sotto afferma la tesi del “supertestimone” come se fosse lo scoop del momento. Io le dico di quanto affermato nella “Richiesta di Giudizio Immediato” e nell’“Ordinanza di Custodia Cautelare”. Lei ammette di non sapere di cosa parlo, comunque la considera cosa superata in quanto ci sono “nuove notizie” e mi indica il link a un articolo.


Certo, trasmissioni di questo genere, a partire da quelle più oneste, generano, proprio in virtù degli argomenti trattati, dinamiche di disorientamento e confusione.
Ci accorgiamo che uno storytelling ipertrofico e monotematico, pur attingendo in maniera rigorosa alla realtà, rischia di alterare quella stessa realtà mutandone la percezione, confondendo, nella nostra mente, il mondo e il racconto del mondo, annullando la consapevolezza che una narrazione non è mai il suo oggetto, bensì uno sguardo su quell’oggetto [22].
L’aspetto che in questo caso desta l’attenzione – e che dovrebbe destare l’attenzione di tutte le autorità preposte – è che, come è abitudine di Quarto Grado, metodologie comunicative di solito adottate per “aumentare l’audience” e/o i fan, qui sono utilizzate al servizio di privati cittadini, in modo aggressivo e con la totale assenza di controparte, quindi con la violazione dei principi di base di uno stato di diritto.
La spirale del silenzio
Abbiamo visto come Quarto Grado, in piena sinergia con i coniugi Galati – Sacchi e i loro avvocati, abbia messo in atto una macchina mediatica tale da produrre un odio feroce e irrazionale contro Anastasiya Kylemnyk, tale da poter influire sul corso del processo reale.
Per raggiungere questo obiettivo, Quarto Grado, oltre a quanto sopra dimostrato, aveva bisogno che non ci fossero opinioni contrarie, o che fossero in un numero irrilevante. In questo senso, le è venuta in aiuto una dinamica psicologica detta spirale del silenzio [19].
La società tende a isolare gli individui “devianti”, gli individui temono l’isolamento, e per evitare ciò gli individui tenderanno a rapportarsi costantemente con quello che essi percepiscono come clima di opinione dominante. Questo processo influenza il comportamento pubblico collettivo e quindi anche il soggetto nell’esprimere liberamente la propria opinione. Questa teoria presenta due tipi di conseguenze: individuali e collettive. Nelle conseguenze individuali possono essere collocate le mimetizzazioni del proprio pensiero e delle proprie opinioni se si pensa che queste siano in minoranza all’interno di un gruppo, mentre invece vengono enfatizzate quando si ritiene che siano conformi a quelle della maggioranza. Nelle conseguenze collettive si possono collocare le idee che percepite come dominanti, si diffondono con un effetto “a spirale”, mentre le opinioni considerate minoritarie rischiano il silenzio e l’oblio [20].
Quindi, più l’opinione pubblica – qualunque sia la qualità dei suoi componenti – aumenta di numero e viene a formare una comunità la cui energia e coesione sono date dall’odio verso Anastasiya Kylemnyk, meno saranno le persone disponibili a esprimere un pensiero divergente da essa.
I media tradizionali, uniti alla loro versione social, rappresentano il più potente strumento per influenzare l’opinione pubblica mai visto prima. Purtroppo, non sempre i media hanno un comportamento etico [21].
La negazione del contraddittorio e altre (possibili) violazioni del testo unico dei doveri del giornalista
Fin dai primi giorni successivi alla tragedia, si è assistito a un vero e proprio monopolio mediatico della famiglia Sacchi e dei suoi avvocati che per oltre un anno sono apparsi in trasmissioni televisive, sempre senza la presenza di un contraddittorio. Presenza che sarebbe stata dovuta, visto che la pressoché totalità dei contenuti espressi rappresentava un’aggressione ad Anastasiya Kylemnyk.
Come al solito, Quarto Grado si è distinta su tutti per quantità e – in senso negativo – qualità. Vediamo.
TITOLO I, Articolo 1. È diritto insopprimibile dei giornalisti la libertà d’informazione e di critica, limitata dall’osservanza delle norme di legge dettate a tutela della personalità altrui ed è loro obbligo inderogabile il rispetto della verità sostanziale dei fatti, osservati sempre i doveri imposti dalla lealtà e dalla buona fede [23].
La verità sostanziale dei fatti dice che Anastasiya Kylemnyk è stata vittima dell’aggressione sfociata nell’omicidio di Luca Sacchi. Risulta manifesto che Quarto Grado è venuta meno – in modo reiterato e metodico – a questo obbligo inderogabile.
TITOLO I, Articolo 1. Il giornalista […] g) applica i principi deontologici nell’uso di tutti gli strumenti di comunicazione, compresi i social network [24].
Centinaia di commenti pieni di insulti razzisti, sessisti, di minacce e diffamazioni dimostrano la violazione di questa norma. Vedere questi Standard della community di Facebook [25]:
PARTE III. Contenuti deplorevoli. 12. Contenuti che incitano all’odio. Non consentiamo l’incitamento all’odio su Facebook perché crea un ambiente di intimidazione ed esclusione e in alcuni casi potrebbe promuovere la violenza offline. […]. Definiamo l’incitamento all’odio come un attacco diretto rivolto alle persone sulla base di categorie protette, quali razza, etnia, nazionalità di origine, disabilità, religione, casta, orientamento sessuale, genere, identità di genere e malattie gravi. Definiamo l’attacco come discorsi violenti o disumanizzanti, stereotipi nocivi, dichiarazioni di inferiorità, espressioni di disprezzo, disgusto o rifiuto, imprecazioni e incitazioni all’esclusione o alla segregazione.
Ad approfondire i singoli elenchi dei contenuti vietati in quanto ritenuti tali da incitare all’odio, compaiono tutti i termini utilizzati nei commenti degli haters contro Anastasiya Kylemnyk. Quarto Grado gioca, come sempre in questo caso, su alcune ambiguità. Non è chiara, per esempio, la differenza tra contenuti (sia prodotti che condivisi) e commenti, anche se, da un punto di vista tecnico, anche i commenti sono dei contenuti. Inoltre, la tendenza dominante è quella di considerare l’amministratore di una pagina Facebook non obbligato a rimuovere commenti, anche se questi contengono insulti o diffamazioni. Questo, perché si presuppone che l’amministratore rappresenti un blog e non una testata giornalistica, ovvero la sua versione online. Chiunque pubblichi contenuti nel web ha gli stessi diritti e doveri dei giornalisti in materia di privacy [26], indicati nel Codice Deontologico, è invece dibattuta la questione se questi possano estendersi anche ad altre parti dello stesso.
Qui, comunque, la situazione è differente. Vediamo i dati di fatto, anche sulla base di quanto dimostrato prima.
– Prendiamo il servizio nel quale Tina Galati si scaglia contro Anastasiya Kylemnyk.
– Assenza totale di ogni contenuto informativo, dunque di alcun dato di fatto nuovo rispetto a quelli già noti. Comunicazione fondata su un linguaggio allusivo e sull’utilizzo di termini non diretti e non trasparenti. Insistenza sugli aspetti non verbali. Evidente obiettivo di fomentare l’odio contro Anastasiya Kylemnyk, prova ne sono i commenti relativi ai video stessi.
– Parliamo, come anche in altri casi, di contenuti pubblicati sulla pagina Facebook, la cui fonte originale è la trasmissione televisiva, dunque in tutto e per tutto una realtà editoriale.
– Al netto di tutti gli stratagemmi escogitati da Quarto Grado per evitare problemi, l’aspetto interessante consisterebbe nell’approfondire la questione. Ovvero: quando una pagina Facebook, ufficialmente collegata a una realtà editoriale, potrebbe essere obbligata a rimuovere dei commenti con insulti e diffamazioni?
Sulla questione dei commenti vedremo ancora altro tra poco. Adesso proseguiamo.
Abbiamo visto che Tina Galati e Alfonso Sacchi, e i loro avvocati Armida Decina e Paolo Salice, sono stati molte volte protagonisti di Quarto Grado, secondo varie combinazioni. Sempre senza una persona – almeno una – che ricoprisse il ruolo di controparte, ovvero che difendesse Anastasiya Kylemnyk dalle gravi accuse e insinuazioni (vedi la regola del linguaggio allusivo e del detto – non detto) rivoltele da Quarto Grado e dai loro ospiti attraverso le strategie viste sopra.
TITOLO III, Articolo 8. Il giornalista […] d) nelle trasmissioni televisive rispetta il principio del contraddittorio delle tesi, assicurando la presenza e la pari opportunità nel confronto dialettico tra i soggetti che le sostengono – comunque diversi dalle parti che si confrontano nel processo – garantendo il principio di buona fede e continenza nella corretta ricostruzione degli avvenimenti [27]
– Appare evidente che, ogni volta nella quale è apparso anche uno solo dei personaggi di cui sopra, per di più in assenza di contraddittorio, questa regola non solo è stata violata: è stata completamente ribaltata.
– Visto il metodico occultamento dei materiali e delle informazioni a favore di Anastasiya Kylemnyk (praticamente tutti; vengono presi, come visto sopra, solo quei pochi manipolabili) risulta assente, oltre al contraddittorio, anche la corretta ricostruzione degli eventi che porta a una marcata alterazione dei dati di fatto e della percezione degli stessi.
E qui torniamo alla tecnica con la quale vengono costruiti i servizi: montaggio parallelo con l’utilizzo reiterato delle stesse scene, voce fuori campo che guida l’interpretazione, idem i testi. A proposito di testi, un paio di osservazioni. A partire dalle solite affermazioni di Tina Galati, Quarto Grado se ne esce con il concetto di: “Luca tradito dalla sua fidanzata e dal suo migliore amico”. E continua nella sua costruzione manipolatoria dei servizi. Abbiamo visto che dalle intercettazioni tra Anastasiya Kylemnyk e Luca Sacchi gli inquirenti non hanno trovato nulla di interessante e significativo. Secondo Quarto Grado in quelle stesse intercettazioni sta il movente dell’omicidio. Siamo insomma in presenza di una reiterata, metodica e asservita alterazione dei dati di fatto. Che dimostra, tra l’altro, un pieno disprezzo per il “Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive” [28].
CONSIDERATO altresì l’inderogabile dovere di rispettare, nell’esercizio di tale libertà, i diritti inviolabili alla dignità, alla onorabilità e alla riservatezza, specificamente tutelati dalla presunzione di non colpevolezza sancita dall’art. 27 Cost., delle persone.
[…]
PRESO ATTO che la peculiarità del mezzo radiotelevisivo, destinato alla narrazione per immagini in movimento, implica la modalità espressiva della rappresentazione scenica […] la quale, se non contenuta in ragionevoli limiti di proporzionalità, può trascendere in forme espressive suscettibili di alterare la reale figura dell’indagato o imputato e di altri soggetti processuali o estranei al processo.
[…]
Articolo 1
1. Le parti […] si impegnano ad adottare nelle trasmissioni televisive che abbiano ad oggetto la rappresentazione di vicende giudiziarie in corso le misure atte ad assicurare l’osservanza dei principi di obiettività, completezza, e imparzialità, rapportati ai fatti e agli atti risultanti dallo stato in cui si trova il procedimento nel momento in cui ha luogo la trasmissione, e a rispettare i diritti alla dignità, all’onore, alla reputazione e alla riservatezza costituzionalmente garantiti alle persone direttamente, indirettamente od occasionalmente coinvolte nelle indagini e nel processo.
[…]
2. c) adottare modalità espressive e tecniche comunicative che consentano al telespettatore una adeguata comprensione della vicenda, attraverso la rappresentazione e la illustrazione delle diverse posizioni delle parti in contesa, tenendo ponderatamente conto dell’effetto divulgativo ed esplicativo del mezzo televisivo che, pur ampliando la dialettica fra i soggetti processuali, può indurre il rischio di alterare la percezione dei fatti.
Stante tutto quanto visto sopra – e che verrà riconfermato, in modo anche peggiorativo, tra poco, si rileva la seguente situazione.
“Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”
Dovere di rispettare i diritti inviolabili alla dignità, alla onorabilità e alla riservatezza…
Quarto Grado
Abbiamo visto come, attraverso servizi accuratamente pianificati e realizzati, venga, in modo metodico e premeditato, fomentato l’odio contro Anastasiya Kylemnyk. Odio che si manifesta in centinaia di commenti – non rimossi – che violano la dignità e l’onorabilità della stessa. Se a questo aggiungiamo la violazione della privacy, che vedremo tra poco, è manifesto come Quarto Grado violi in modo voluto e reiterato il Codice, addirittura facendo l’opposto del dovere ivi indicato.
“Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”
… specificamente tutelati dalla presunzione di non colpevolezza.
Quarto Grado
Ripetute evidenze dimostrano come Quarto Grado non solo dia per scontata la colpevolezza di Anastasiya Kylemnyk rispetto al reato ascrittole, ma – letteralmente – crei un capo di imputazione ad hoc, manipolando alcune informazioni e gestendo in modo mirato, cinico e asservito la comunicazione complessiva. Cosa che verrà approfondita in seguito.
“Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”
La peculiarità del mezzo radiotelevisivo, destinato alla narrazione per immagini in movimento, implica la modalità espressiva della rappresentazione scenica e può trascendere in forme espressive suscettibili di alterare la reale figura dell’indagato o imputato.
Quarto Grado
Anche in questo caso, ampiamente dimostrato come l’alterazione dei dati di fatto, attraverso occultamenti e manipolazioni, comporti, in modo deliberato, premeditato e con volontà di dolo (perlomeno, influenza sul processo reale), l’alterazione dell’immagine di Anastasiya Kylemnyk. Di nuovo, a testimonianza ulteriore di ciò, centinaia di commenti.
Nella puntata del 12 giugno 2020, per qualche minuto Quarto Grado pare la versione televisiva di un sito porno. In sintesi: sono stati trovati nel cellulare di Anastasiya Kylemnyk alcuni messaggi, con foto, a tema slave money. Uno slave money è un uomo che, per essere sottomesso a pratiche BDSM di sottomissione da parte di una donna, le dona oggetti di varia natura. Questo, almeno, è quanto emerge da 01:30 minuti del video sopra citato. Un video del tutto inutile, volgare e privo di valore informativo, visto che per spiegare il concetto qui sono bastate neanche due righe di testo.
Segue il solito servizio montato ad hoc con la ripetizione dei messaggi e delle immagini trovate nel cellulare e l’accostamento, del tutto arbitrario, con il presunto tentativo di compravendita di marijuana. Gianluigi Nuzzi comunica subito che l’identità della ragazza delle foto non può essere definita, in quanto maschera e abbigliamento non lo consentono.
Ma, in questo modo, Nuzzi nasconde quello che in realtà è in punto fondamentale di tutto: la violazione della privacy di Anastasiya Kylemnyk avvenuta attraverso il reperimento e la messa in onda di quei messaggi. Insomma, sarebbe come se un ladro dicesse che non sa se i gioielli che ha rubato siano veri o falsi.
TITOLO II. Articolo 3. Il giornalista […] a) rispetta il diritto all’identità personale ed evita di far riferimento a particolari relativi al passato, salvo quando essi risultino essenziali per la completezza dell’informazione [29].
Queste informazioni non sono essenziali, anzi sono del tutto estranee alla vicenda processuale in atto. Dunque, per l’ennesima volta, Quarto Grado, giocando come sempre la carta dell’ambiguità, ha violato i diritti fondamentali di Anastasiya Kylemnyk. Il tutto, entro l’ormai dimostrata cornice di premeditata degradazione volta a manipolare l’opinione pubblica, fomentando in essa, in questo caso, una sorta d’odio moralistico e con una esplicita volontà di delegittimare ulteriormente una persona che – è bene ricordarlo – ha scelto di testimoniare al processo per l’omicidio di Luca Sacchi, commesso dal reo confesso Valerio Del Grosso, italiano.
Poco dopo, quindi sempre nella stessa puntata, fa il suo ingresso in studio l’avv. Armida Decina. Quattro sono i punti interessanti del suo intervento.
– Afferma che Anastasiya Kylemnyk “ritiene di essere stata aggredita” e che non avrà, per questo motivo, difficoltà a rispondere alle domande sue e del suo collega durante l’udienza.
1) Torna il ricorso a un linguaggio “fortemente allusivo”, basato su “detto non detto”.
2) Massima alterazione dei dati di fatto, che dimostra una mancanza di rispetto per il lavoro degli inquirenti – dunque delle istituzioni (è la pm Nadia Plastina che, dopo avere analizzato referti, testimonianze, registrazioni e altro, conferma la versione di Anastasiya Kylemnyk) e dei medici (ovvero quelli che hanno redatto il referto – poi analizzato dalla stessa pm – nel quale si conferma l’avvenuta aggressione di Anastasiya Kylemnyk). A ciò si aggiunga quanto già dimostrato all’inizio: in quanto imputata per violazione della legge sulla droga, Anastasiya Kylemnyk ha pieno diritto a rifiutarsi di rispondere e l’aggressione subita è strettamente collegata ai fatti relativi al detto capo d’imputazione.
3) Di fronte a queste gravissime affermazioni, frutto di alterazione e occultamento di dati di fatto [30], e di un linguaggio allusivo mutuato da una realtà che dovrebbe essere esclusa da qualsiasi media, l’assenza di una persona, tra quelle presenti e che ritengono di svolgere il lavoro di giornalista, che fungesse da controparte, in modo da ribattere – dati alla mano – a quanto affermato dall’avv. Armida Decina, riconferma l’asservimento di Quarto Grado nei confronti della strategia difensiva dei Sacchi. Nessuno ha svolto il ruolo di controparte perché l’intervento dell’avv. Decina era concordato fin nei minimi particolari.
4) Alle spalle della signora Decina viene esibito un cartello che mostra quanti anni di carcere rischia Anastasiya Kylemnyk se ritenuta colpevole di quanto ascrittole dalla pm. Non è la prima volta che succede. Tale fatto, unito alle apparizioni di Alfonso Sacchi in vari contesti, che chiede una “pena severa” o “esemplare” per Anastasiya, dimostra una volta di più la chiara volontà di influenzare l’esito del processo.
L’intervento di Armida Decina è esemplificativo di un altro modo attraverso il quale Quarto Grado, di concerto con la difesa dei Sacchi, cerca di influenzare il reale processo. Ovvero, delegittimando Anastasiya Kylemnyk, togliendole in ogni modo attendibilità. Probabilmente, la scena sognata e per la quale Quarto Grado ha lavorato tanto, è quella di Armida Decina (e/o Paolo Salice) che, in tribunale – quello vero – fa la sua comparsa davanti ad Anastasiya Kylemnyk proprio come negli studi televisivi: con l’aspetto, agli occhi dei presenti, dell’eroina che fronteggia la “serpe straniera”. In modo tale che qualunque cosa Anastasiya Kylemnyk dica non solo potrà essere usato contro di lei ma – soprattutto – non potrà essere usato contro altri.
Quindi, stante tutto quanto visto sopra si rileva la seguente situazione, frutto di analisi di tipo tecnico e comunicativo e non giuridico.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO I, Articolo 2.Il giornalista b) rispetta i diritti fondamentali delle persone e osserva le norme di legge poste a loro salvaguardia.
Quarto Grado
Costante assenza di contraddittorio. Violazione del diritto alla presunzione di non colpevolezza, aggravato dalla costruzione ad hoc di un capo d’accusa privo di fondamenta e segno dell’asservimento a una precisa parte in causa (e probabilmente, come vedremo sotto, non solo). Violazione della privacy.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO I, Articolo 2. Il giornalista g) applica i principi deontologici nell’uso di tutti gli strumenti di comunicazione, compresi i social network.
Quarto Grado
Sulla pagina Facebook vengono pubblicati contenuti, la maggior parte dei quali provenienti dalla trasmissione televisiva, che abbiamo visto essere tali da fomentare odio contro Anastasiya Kylemnyk, in una fredda e premeditata strategia di degradazione della stessa e di manipolazione dell’opinione pubblica. Il fatto di mantenere commenti pieni di insulti, minacce e diffamazioni aggravate dimostra per l’ennesima volta la volontà dolosa di Quarto Grado nei confronti di Anastasiya Kylemnyk, costruendo in modo metodico e pianificato una vera e propria community dell’odio.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO II, Articolo 3.Il giornalistaa) rispetta il diritto all’identità personale ed evita di far riferimento a particolari relativi al passato, salvo quando essi risultino essenziali per la completezza dell’informazione.
Quarto Grado
Tutte le informazioni relative al tema “slave money” sono del tutto estranee alla vicenda processuale in atto. Dunque, per l’ennesima volta Quarto Grado, giocando come sempre la carta dell’ambiguità, ha violato i diritti fondamentali di Anastasiya Kylemnyk. Il tutto, entro l’ormai dimostrata cornice di premeditata degradazione volta a manipolare l’opinione pubblica, fomentando in essa, in questo caso, una sorta d’odio moralistico e con una esplicita volontà di delegittimare ulteriormente Anastasiya Kylemnyk.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO III, Articolo 8.Il giornalista a) rispetta sempre e comunque il diritto alla presunzione di non colpevolezza.
Quarto Grado
Non solo Quarto Grado dà per scontata la colpevolezza di Anastasiya Kylemnyk per il presunto tentativo di compravendita di marijuana, ma costruisce ad hoc un capo d’accusa gravissimo e privo di fondamenta.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO III, Articolo 8.Il giornalista d) nelle trasmissioni televisive rispetta il principio del contraddittorio delle tesi, assicurando la presenza e la pari opportunità nel confronto dialettico tra i soggetti che le sostengono – comunque diversi dalle parti che si confrontano nel processo – garantendo il principio di buona fede e continenza nella corretta ricostruzione degli avvenimenti.
Quarto Grado
Totale assenza di contraddittorio. Totale assenza di pari opportunità. Totale assenza di confronto dialettico. Frequente presenza di persone appartenenti alla stessa parte presente al processo (in realtà nel processo reale non c’è confronto, è a Quarto Grado e in altri media, con l’aiuto degli stessi, che i coniugi Sacchi e i loro avvocati si pongono, di fatto, come parte avversa ad Anastasiya Kylemnyk). La – sopra dimostrata – reiterata manipolazione dei dati di fatto, attraverso l’alterazione e l’occultamento degli stessi, dimostra una totale assenza di buona fede e una costante, scorretta e manipolatoria ricostruzione degli avvenimenti.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO III, Articolo 8.Il giornalista e) cura che risultino chiare le differenze fra documentazione e rappresentazione, fra cronaca e commento.
Quarto Grado
Servizi realizzati montando insieme, in differenti modi, le stesse scene e immagini, alle quali si aggiunge, di volta in volta, qualcosa di nuovo. Abbiamo visto come la strategia comunicativa complessiva abbia portato a una sorta di compromissione dell’esame di realtà in molte persone. Ancora una volta, Quarto Grado fa esattamente l’opposto delle regole deontologiche.
“Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
TITOLO III, Articolo 9.Il giornalista g) non omette fatti, dichiarazioni o dettagli essenziali alla completa ricostruzione di un avvenimento.
Quarto Grado
Quarto Grado fa esattamente l’opposto, tanto da occultare, come vedremo più avanti, veri e propri filoni di inchiesta.
Insomma, come Iago [32], Quarto Grado, sulla base di pochi dati di fatto, costruisce servizi che possiedono almeno due tra le caratteristiche che la Treccani attribuisce alla menzogna [33].
Iago […] Fu il prototipo del manipolatore, dimostrando che l’arte più raffinata della menzogna è lavorare sul contesto, e anche spostare i pezzi dell’insieme, oppure ometterne qualcuno. Costruire insomma la bugia con il vero che si ha a disposizione [34].
Quindi, Quarto Grado produce
narrazioni che usano elementi del reale (quelli che Barthes chiama “effetti di realtà”) come cavallo di Troia per far passare per veri elementi di invenzione o di realtà distorta o per dare una parvenza di inoppugnabilità a ciò che invece è soggettivo e opinabile [35].
Sulle dinamiche della costruzione asservita dei servizi, leggiamo:
La logica deterministica implicata dalla struttura del racconto non si limita alla trasformazione dei rapporti cronologici in rapporti causali: essa incide sulle funzioni attive della narrazione, sullo svolgimento delle azioni che ne derivano, sulla configurazione degli attanti e degli attori.
[…]
Qualunque sistema segnico può non solo mentire, ma addirittura costruire la rappresentazione di universi fittizi, di concatenazioni causali inesistenti.
[…]
I discorsi dell’informazione di massa finiscono spesso per comportarsi come quelli della finzione narrativa, applicando alla realtà uno schema preesistente e cogliendone solo gli elementi a esso congruenti (quando addirittura non la producono, questa realtà, in una forma adeguata al modello) [36].
In un articolo intitolato “Esistono ancora i VERI giornalisti? Con l’Italia al 77° posto per quanto riguarda la libertà di stampa, sono veramente pochi quelli che sono imparziali” [37], si presenta in modo sintetico e preciso il modo di agire di quei giornalisti che hanno portato l’Italia al 77° posto in quella classifica:
Manipolare la realtà, occultare, influenzare l’opinione pubblica, distogliere l’attenzione da un episodio “scomodo” al potere per spostarla ad esempio su un avversario da eliminare, creare eventi “in laboratorio” per influenzare processi.
Era il 2017. Sembra oggi.
La destra sovranista, la ‘Ndrangheta e Tiberio Simmi: i riti di degradazione contro Anastasiya Kylemnyk sono anche riti di distrazione da altro?
Il monopolio esercitato nel media dai coniugi Sacchi non ha precedenti. Almeno, non in un Paese democratico. Infatti, il monopolio dell’informazione e dei mezzi di comunicazione è tipico dei regimi totalitari. In questa vicenda se ne ritrovano alcune caratteristiche, sia pure facendo le debite proporzioni.
— un rigido sistema di controllo dei mezzi di comunicazione di massa e il monopolio dell’informazione e della cronaca, accompagnato da un’asfissiante propaganda di regime [38].
A ciò rimandano anche tutti quei riti di degradazione attraverso i quali qui si cerca di delegittimare Anastasiya Kylemnyk, là gli avversari politici.
Gli effetti di questo monopolio dell’informazione esercitato dai Sacchi, e del suo impatto sull’opinione pubblica è evidente anche qui:

A questo punto, una domanda legittima potrebbe essere: perché tutto questo? Qui, sulla base di precisi dati di fatto, è stato solo dimostrato ciò che sta accadendo. Una risposta diretta porterebbe nel campo dell’opinione, che evito. Possiamo però rilevare quali temi vengono messi in ombra, o addirittura evitati, dalla metodica aggressione mediatica contro Anastasiya Kylemnyk.
– Subito dopo l’omicidio di Luca Sacchi l’intero mondo della destra sovranista ha mostrato un esplicito allarme e una forte preoccupazione per il fatto che l’assassino, e colui il quale è ritenuto essere il suo complice, fossero italiani. Sempre a ridosso della tragedia, Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ha affermato che era indegno accostare Luca Sacchi all’idea di un drogato, quasi lo conoscesse di persona, visto che non stava parlando di un personaggio pubblico né noto per altro (purtroppo, lo è diventato in seguito alla tragedia). La pressoché maggioranza dei più feroci haters che insultano e diffamano Anastasiya Kylemnyk provengono dalla destra sovranista e mostrano uno stile di comunicazione proprio della Bestia salviniana.
Insomma, l’asservimento di certi media alla strategia difensiva della famiglia Sacchi è sicuramente, come minimo, gradito alla destra sovranista, anche ad alti livelli.
Inoltre, risulta accuratamente evitato ogni approfondimento a un mondo fatto di sovranismo, palestre, arti marziali o da combattimento e malavita, tipico di una certa destra, tristemente nota per alcuni fatti di cronaca.
– Ricordiamo che il periodo in cui è avvenuto l’omicidio, era anche il periodo in cui Nicola Morra, presidente della commissione Antimafia in Senato affermava, parlando di Matteo Salvini:
Ostentare un rosario, votarsi alla Madonna dove c’è il santuario in cui la ‘ndrangheta ha deciso di votarsi, significa mandare messaggi in codice che uomini di stato debbono combattere e non favorire. Ma sicuramente è stato per ignoranza e non per intenzione [39].
In un articolo pubblicato il 03/11/2019, dal titolo “L’omicidio di Luca Sacchi e la pista dei rampolli della ‘ndrangheta” leggiamo:
Il contesto, quello della periferia romana e del traffico di droga, aveva fatto pensare a molti che potesse esserci di mezzo la criminalità organizzata e che i punti oscuri non si limitassero al ruolo della fidanzata della vittima. E ora anche gli inquirenti starebbero indagando su una pista che porta ai clan calabresi trapiantati a San Basilio per ricostruire cosa ci sia dietro l’omicidio di Luca Sacchi [40].
Un paio di settimane prima, il 25/10/2019, era apparso un articolo intitolato “Luca Sacchi, l’omicidio che scuote Roma: e spunta la parentela con la Magliana”, dove leggiamo:
Suo papà Alfonso [riferimento a Luca Sacchi] è proprietario della taverna delle Coppelle, in zona Pantheon. Non lontano da un locale di Tiberio Simmi, fratello di Roberto (entrambi indagati e poi assolti nel processo Colosseo alla Banda della Magliana), il padre di quel Flavio Simmi trucidato a 33 anni con 9 colpi di pistola (era il 5 luglio del 2011) in una strada di Prati. «Alfonso – racconta un amico – è parente dei Simmi». Un elemento finito sotto la lente degli inquirenti che stanno scavando nel passato di Luca [41].
Leggiamo adesso qualcosa sull’omicidio di Flavio Simmi, (per il quale Nuzzi&C. non sono riusciti a coinvolgere Anastasiya Kylemnyk).
C’è sempre la droga (e l’ombra della banda [della Magliana]) anche dietro un altro omicidio avvolto dal mistero: quello di Flavio Simmi […]. Un agguato professionale, compiuto nei pressi di piazzale Clodio, rimasto, tuttavia, fino ad oggi avvolto nel mistero. Simmi aveva promesso nel 2009 al padre (noto come Robertone) di disintossicarsi dagli stupefacenti, ma forse aveva continuato a frequentare cattive amicizie nel giro dello spaccio capitolino, come dimostrano gli arresti dei componenti di una organizzazione che trafficava droga a livello internazionale per poi piazzarla sul mercato romano, operazione effettuata nel 2013, ma partita proprio dalle indagini sul suo omicidio [42].
In conclusione: non si può dire chi abbia interesse alla costante, violenta e volgare aggressione mediatica contro Anastasiya Kylemnyk. La destra sovranista, sicuramente, e probabilmente la ‘Ndrangheta e parte della malavita locale legata allo spaccio di droga, ringraziano.
Quanto Degrado
I riti di degradazione messi in atto da Settantasettesimo Grado contro Anastasiya Kylemnyk, possono raggiungere l’efficacia vista solo grazie ad altri due tipi di degradazione.
– Degradazione dell’informazione, attraverso metodiche e premeditate forme di alterazione e occultamento di dati di fatto decisivi, secondo le modalità viste e ampiamente dimostrate. E che comporta la reiterata e cinica violazione di norme, regole e del concetto stesso di dignità deontologica e umana.
– Degradazione di Anastasiya Kylemnyk in quanto donna. Ogni “troia”, ogni “puttana”, ogni insulto umiliante, ogni minaccia di botte, violenze e morte, è direttamente collegato all’attività metodica, pianificata, pienamente consapevole e voluta di Gianluigi Nuzzi, Alessandra Viero e del resto della redazione di Quarto Grado, che dimostra in questo modo di causare e fomentare l’odio verso una donna, la sua dignità e i suoi diritti. Che sono quelli di tutte le donne.
Mentre la destra sovranista, sicuramente, e probabilmente la ‘Ndrangheta e parte della malavita locale legata allo spaccio di droga, si godono lo spettacolo.
Appendice
Dato che, agli occhi di qualcuno, non sono bastate l’equivalente di 20 pagine di Word per motivare quanto scritto sopra in merito alla Degradazione di Anastasiya Kylemnyk in quanto donna e al riferimento culturale relativo all’utilizzo dell’allusione e del detto – non detto, mi vedo costretto ai seguenti chiarimenti.
Se, sulla mia pagina Facebook appare anche solo un commento nel quale una donna viene definita “troia” o “puttana” io, che rispetto le donne, la loro dignità e i loro diritti, cancello quel commento e forse segnalo pure il suo autore. Quarto Grado ha mantenuto e mantiene centinaia di commenti nei quali una donna viene definita “troia” e “puttana”, per non dire altro.
Rispetto a molti servizi, che ho dimostrato essere frutto di un’attenta e ben studiata regia, tutti gli insulti umilianti, le minacce di botte, violenze e morte subite da una donna sono chiaramente frutto di quegli stessi servizi, realizzati e pubblicati da Quarto Grado sulla loro pagina Facebook.
A Quarto Grado ritengono di svolgere il lavoro di giornalisti, quindi di fare informazione. Anche in questo caso, ho ampiamente dimostrato come manipolino in modo scientifico le informazioni al fine di manipolare l’opinione pubblica, scatenando un odio feroce, violento e volgare contro una donna, fatto di insulti umilianti, minacce di botte, violenze e morte .
A Quarto Grado ritengono di svolgere il lavoro di giornalisti, quindi di fare informazione. Nei commenti generati dai loro servizi, una donna, accusata di avere tenuto dei soldi per un tentativo di compravendita di marijuana, reato per il quale si dichiara innocente e capo d’accusa che a molti sembra eccessivo, viene definita “assassina”. Dei giornalisti seri, accorgendosi di ciò, già al primo commento di questo tipo, si sarebbero chiesti “Dove abbiamo sbagliato?”, avrebbero cancellato il commento, e, per evitare che ne arrivassero altri di simili, avrebbero chiarito l’equivoco. Ma Quarto Grado, come ancora sopra dimostrato, crea deliberatamente l’equivoco, scatenando un odio feroce, violento e volgare contro una donna che si manifesta con insulti umilianti, minacce di botte, violenze e morte .
In conclusione, stante l’evidenza della deliberata e consapevole produzione e pubblicazione su Facebook di contenuti che risultano oggettivamente collegati a centinaia di insulti umilianti, minacce di botte, violenze e morte nei confronti di una donna, ritengo di avere il diritto di esprimere quanto sopra affermato. Nel caso in cui la responsabilità di tutto ciò non fosse dei componenti della redazione di Quarto Grado, ma solo dell’amministratore della pagina Facebook, e che tutto ciò sia avvenuta a loro insaputa, tutto quanto affermato non avrebbe valore, pur restando ferma la critica ai servizi in oggetto.
Sono insieme ad altre persone e, a un certo punto, mi metto a parlare in modo molto “colorito”. Se una di queste persone mi dice “Parli come uno scaricatore di porto”, non sta dicendo che sono uno scaricatore di porto, sta dicendo che ho utilizzato un linguaggio tipico degli scaricatori di porto.
Visto che a Quarto Grado ritengono di svolgere il lavoro di giornalisti, ho dato per scontato che conoscessero la fonte dei pattern comunicativi che mettono in atto. Non fosse così, nel caso in cui avessero letto questo post, ora lo saprebbero.
In ogni caso, rimane ferma la critica dello stile di comunicazione complessiva del mediatico processo-farsa messo in piedi contro Anastasiya Kylemnyk.
Per il resto, se una persona è priva degli strumenti cognitivi per comprendere quanto scritto e dimostrato in questo post, almeno se ne stia zitta.
FONTI
[1] [17] “Richiesta del Pubblico Ministero di Giudizio Immediato”
[4] [30] [33] https://www.treccani.it/vocabolario/menzogna/
[5] [6] [20] Antonella Camerino, “Tribunali mediatici: la spettacolarizzazione dei processi in Italia e l’influenza dei mass media sull’opinione pubblica”
[7] https://www.treccani.it/enciclopedia/apostrofe/
[8] https://www.treccani.it/vocabolario/invettiva/
[9] [36] Gianfranco Bettetini, La conversazione audiovisiva, Studi Bompiani
[10] [11] [14] https://storieanomale.com/2021/04/05/social-mafia/
[12] [13] Pier Paolo Giglioli, “Riti di degradazione”, https://www.fondazionesancarlo.it/conferenza/riti-di-degradazione/
[15] Andrea Giostra, “Internet Haters: chi sono e perché odiano online senza apparente motivo?” in AA.VV, Internet haters e Troll, StreetLib
[16] Diego Cassani, Manuale del montaggio, UTET
[18] “Ordinanza di Custodia Cautelare”.
[19] [21] https://storieanomale.com/2021/04/02/la-fabbrica-della-vilta-il-conformismo-e-social/
[22] Alessandro Perissinotto, Raccontare, Laterza
[23] [24] [27] [29] [31] “Testo Unico dei Doveri del Giornalista”
[25] https://www.facebook.com/communitystandards/hate_speech
[26] https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/4747581
[28] “Codice in materia di rappresentazione delle vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”
[32] https://storieanomale.com/2021/04/01/informatori-di-menzogne/
[34] https://www.remobassetti.it/fuori-strada/top-ten-dei-bugiardi/
[35] Alessandro Perissinotto, Raccontare, Laterza
[37] https://www.jedanews.com/giornalisti-e-pennivendoli-corrotti/
[38] https://www.laleggepertutti.it/dizionario-giuridico/totalitarismo
[41] https://www.ilmessaggero.it/roma/news/omicidio_roma_luca_sacchi_oggi_ultime_notizie-4819372.html
I video dell’odio
30 ottobre
16 ottobre
http://www.facebook.com/watch/?v=2810863442482122
http://www.facebook.com/watch/?v=354615252524805
9 luglio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/3049413591803237
26 giugno
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/3014691265275470
12 giugno
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2976508739093723
http://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartogrado/sexy-games_F310475401002C03
12 giugno
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2976505312427399
12 giugno
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2975961919148405
12 giugno
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2976407775770486
29 maggio
http://www.facebook.com/quartogrado/photos/a.377833038961319/2939372439474020/
28 maggio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2935736679837596
22 maggio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2922010357876895
18 maggio
http://www.facebook.com/watch/live/?v=276380656875332&ref=watch_permalink
15 maggio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2903180679759863
8 maggio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2885713791506552
8 maggio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2885732468171351
21 febbraio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2708936849184248
25 gennaio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2650099638401303
20 gennaio
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2641009855976948
20 dicembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2574456432632291
13 dicembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2559629497448318
7 dicembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2545471198864148
29 novembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2527736170637651
29 novembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2526401324104469
29 novembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2527678963976705
29 novembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2527758410635427
29 novembre
http://www.facebook.com/quartogrado/posts/2527688860642382
1 novembre