Non posso risponderti, perché tu sei un personaggio dentro YouTube.
La prima parte della frase risuona in un luogo oscuro, semiliquido, un Limbo Psichico ai confini della consapevolezza. Le ultime tre parole segnano il mio ritorno nel Regno del Conscio. Accendo la lampada posta sul tavolo di fianco al letto. Niente notebook. Smartphone silente. Niente YouTube. Nessun personaggio cui non posso rispondere. Sono invece tornati i brividi, e i colpi di tosse che, negli ultimi tempi, hanno reso la mia pubalgia cronica una collina dura e dolente.
Probabile Covid-19, mi ha detto il medico del Servizio di Continuità Assistenziale al telefono. Se subentrano gravi difficoltà respiratorie, non chiami più noi ma subito il 118.
In questo momento sono le 08.34 di mercoledì 27 maggio 2020. Sono in casa dalle 11 circa A.M. di venerdì 20 marzo. Iniziale malessere. Brutta notte. Al risveglio, 38 di febbre. Mal di testa. Tachipirina. La febbre non scende. Anzi dopo un po’, e dopo altre Tachipirine, sale. Intorno alle 20.00 è 38,7. Chiamo il Servizio di Continuità Assistenziale. Questionario – Covid. Poi: Potrebbe essere solo una brutta influenza. Continui con la Tachipirina. Se la febbre non scende, o sale ancora, domani chiami il suo medico di base. – Ma domani è domenica. – Ha il suo cellulare? – Sì.
Domenica la febbre scende (ipotizzo una causa psicologica, dovuta al terrore di chiamare la mia dottoressa in un giorno di festa). Lunedì mezzogiorno addirittura non c’è più (36,8). Intorno alle 17, la febbre esplode: 38,5. 39 alle 20 circa. La tosse, prima sporadica, diventa più frequente, anche se non sarà mai costante. È il 23 marzo. Per 15 giorni andrà avanti così: febbre tra i 38,2 e i 39 (a volte anche un po’ oltre, di sera); tosse; nessun grave problema di respirazione, anche se, quando veniva mio fratello a portarmi la spesa, non riuscivo a tenere la mascherina per più di una ventina di secondi. Parte di questi giorni li ho passati nel Limbo Psichico della Covid-19. [in data 04/01/2021 ho ricevuto conferma di avere sviluppato gli anticorpi anti Sars-Cov-2].
Ogni notte, sul tavolo accanto al letto, c’è un notebook color panna, aperto. Sul monitor, YouTube. Video in visualizzazione Normale. Passano scene di vita quotidiana. Strada, auto, marciapiede, passanti e roba simile. Scene scure, cupe, colori sfumati. A volte, l’inquadratura si stringe su qualcuno con cui dialogo per un po’. In certi casi, quando ritorno nel Regno del Conscio, sto ancora parlando con lui. Altre volte, dalle scene di vita quotidiana il video mi porta nel profondo, in una sorta di sotterraneo umido e buio. Le pareti pulsano, e trasudano un liquido denso e semitrasparente. A fare pulsare le pareti sono dei polmoni, scarlatto scuro, la cui presenza si manifesta tra le crepe che solcano i muri e che con gli occhi della mente rendo completi. Sono le stesse pareti, dello stesso sotterraneo, che si sostituiscono alle pareti del bagno e nelle quali, spesso, mi inoltro, immergendomi per qualche secondo anche al di là del Limbo Psichico, in un luogo ancora più oscuro e profondo.
Il breve corridoio separa due mondi. Quello che domina nella camera da letto è il mondo del Limbo Psichico, della protezione allucinatoria, dove livelli di realtà e irrealtà si intrecciano fra di loro, tessendo l’ordito di una dimensione sospesa. Un mondo ovattato, dalla luminescenza calda e soffusa, che non dipende dall’illuminazione presente. Nel salotto tutto cambia: una luminescenza livida e azzurrognola, quasi una lieve foschia, e freddo. Ci rimango solo quel tanto che basta per prendere dell’acqua, le medicine e, a volte, mangiare qualcosa.
Questo è il breve resoconto della mia permanenza nel Limbo Psichico della Covid-19.
P.s.: Fin dai tempi dell’università, sono soggetto a fenomeni, di tipo “ipnagogico”. Qui non approfondisco (in alcuni casi i termini variano). Diciamo che si tratta di allucinazioni nelle quali la persona è consapevole che siano tali (al contrario di quanto accade in certe forme di malattia mentale). Riguardano gli stati tra sonno e veglia e sono abbastanza comuni. Questo per dire che so riconoscere i fenomeni ipnagogici o simili. Quelli incontrati nel Limbo Psichico della Covid-19 non lo erano.
L’ha ripubblicato su Lo smemorato di Collegno.
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