Recentemente ho sentito una bella storia – amo raccontarla – di una ragazzina durante una lezione di disegno. Aveva 6 anni, era seduta in fondo e disegnava. L’insegnante diceva che questa ragazzina di solito non stava attenta, ma in questa lezione invece sì.
L’insegnante era affascinata, andò da lei e le chiese: “Che cosa stai disegnando?”.
E la ragazzina rispose: “Sto disegnando Dio”.
E l’insegnante disse: “Ma nessuno sa che aspetto abbia”.
E la ragazzina: “Lo sapranno tra poco”.
Questo è il racconto fatto dall’educatore e formatore Ken Robinson nel corso di una TED.
Nella forma, mi ha riportato alla mente un racconto di Ray Bradbury, che qui riassumo a memoria.
Un gruppo di scienziati lavora per molto tempo e con molto impegno alla costruzione del più grande cervello elettronico mai realizzato prima. Finalmente, ecco l’opera compiuta. Allora uno degli scienziati gli pone una domanda fondamentale: “Dio esiste?”
Il nuovo, potente computer, risponde: “Adesso sì”.
Per quanto la struttura del dialogo sia simile nelle due storie, almeno nella conclusione, se passiamo ai contenuti tutto cambia. La mia interpretazione è questa.
Parliamo di creatività.
Al di là dei numerosi spunti, metaforici e no, che fornisce il racconto di Bradbury, il punto è: gli uomini hanno creato Dio. E Dio si rivela qualcosa di freddo, meccanico, privo di emozioni, insensibile agli altri.
La bambina rappresenta una manifestazione della creatività: la potenza dell’immaginazione, l’innocente fede in essa e la sua traduzione in una forma espressiva messa a disposizione di tutti.
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