La comunicazione del ranocchio complottista

La comunicazione complottista

Cari complottisti, sarebbe corretto non presentare le vostre idee come verità scientifiche, la cui conoscenza vi porta all’indignazione civile. Perché nelle vostre affermazioni non vi è alcunché di scientifico né tanto meno di civile.

Per approfondire le caratteristiche dei complottisti, di cui ho già scritto qualcosa qui: https://storieanomale.com/2020/11/12/la-comunicazione-di-rimbalzo-dei-negazionisti-di-covid-19/, vediamo un simpatico dialogo che ho intrattenuto con uno di questi signori, per aggiungere qualche elemento all’analisi della loro comunicazione.

Il tema che mi ha portato al commento che vedete era “ambulanze che suonano le sirene ma non portano ammalati” e – un altro must complottista – “i camion di Bergamo erano vuoti”.

Il complottista mi chiede se ho letto quegli atti, “dato che parla di morti”. Io rispondo ma, per correttezza, visto che quegli atti non li ho letti, concludo scrivendo che li leggerò Alla luce di quanto emerge in seguito, vediamo qui l’innesco di quella comunicazione di rimbalzo che ho descritto nel precedente post. Il complottista si serve del concetto di “morti” per saltare in un contesto differente da quello che ha innescato il mio commento.

Il complottista risponde “Bravo” prima di leggere il mio commento, riferendosi a quello precedente, nel quale affermo che avrei letto. Visto che, nel totale, le pagine degli Atti sono oltre 130, gli ho chiedo dove posso trovare il riferimento ai “morti”. Richiesta legittima ed espressa in modi educati e civili. Il complottista risponde mettendo sul campo, in una sola, breve frase, due altre caratteristiche della comunicazione dei suoi pari: atteggiamento paranoide, (nessuno aveva intenzione di sfotterlo, chiedevo solo un’informazione) e proiezione accusatoria, attraverso la quale attribuisce all’altro i propri difetti (in realtà è lui a non avere argomenti, tanto che si rifiuta anche di indicare la pagina che contraddirebbe la mia critica sul tema ambulanze / camion di Bergamo).

A questo punto rispondo, sempre in modo educato, condito da un filo di compita ironia, con un link che elenca una serie di bufale complottiste in tema “morti e Covid”. Il complottista mi risponde in sei righe che rappresentano un’ottima sintesi, sia pure parziale, del modo di comunicare (e di pensare) proprio di queste menti eccelse. Vediamo.

Inizia con insultare, dandomi dello stupido e dell’arrogante. Gli insulti rappresentano uno dei capisaldi della comunicazione complottista, anche se, secondo me, non sono particolarmente feroci e più che altro sono dovuti al meccanismo visto sopra, quello relativo alla proiezione: incapace di fornire argomentazioni a difesa della sua tesi, il complottista proietta sull’altro questa incapacità. Direi che si tratta di insulti da frustrazione.

Il simpatico individuo continua tornando alla tecnica del rimbalzo, vista anch’essa poco fa.

Con “è stato il suo governo” mi attribuisce un’appartenenza politica che non solo io non ho mai dichiarato, ma che non mi appartiene (quindi non è deducibile neanche da un’eventuale visita al mio profilo Facebook). In questo modo evidenzia la tendenza complottista alla polarizzazione ideologica (la maggior parte dei complottisti – è un dato di fatto – appartiene all’area della destra sovranista).

Infine, ecco che fa la sua apparizione l’ignoranza, altro totem dei complottisti. “lando” al posto di “bando” è, credo, un errore di battitura che però, insieme al resto, che stiamo per vedere, dimostra una trascuratezza dell’espressione e una mancanza di attenzione e cura per quanto si scrive. La “è” al posto della “e” rappresenta un evergreen. Lo slash appare messo ad minchiam (grazie Franco, N.d.A.). E Codogno si trova nella provincia di Lodi, non di Bergamo.

Il mio commento successivo è una risposta poco incisiva, quello che spicca (per me che lo so) è la paraculata in favore della “padrona di casa”, sul cui account stavamo così amabilmente discutendo.

Lui risponde con due parvenze di citazioni, la seconda delle quali, ammetto la mia ignoranza, non so a chi si riferisca.

Io lo informo che non è carino insultare le persone e lui mi risponde con un’affermazione che trovo sinceramente molto divertente (quasi geniale) ma che, al tempo stesso, dimostra un’altra caratteristica della comunicazione complottista: la scivolosità. In generale, il complottista è un essere viscido, che scivola via da ogni possibile confronto e non accetta mai di essere messo in discussione.

Saluti nel segno della simpatia reciproca.

Quindi, riassumendo, ecco le caratteristiche principali della comunicazione complottista:

  • comunicazione di rimbalzo
  • atteggiamento paranoide
  • proiezione accusatoria
  • insulti da frustrazione
  • polarizzazione ideologica
  • ignoranza
  • scivolosità.

Insomma, il complottista-tipo appare come un grosso rospo intriso di melma, che prende il suo gracidare per il canto di un usignolo. E, rifiutando ostinato il bacio della Scienza, non diventerà mai un principe.

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