Basta con ‘sta storia sul colore della pelle, che torna e ritorna a destra, a sinistra, in alto, in basso e in ogni dove.
Abbiamo tutti lo stesso colore della pelle. Non è retorica: è tecnica. Non è antirazzismo: è compositing.
Oggi ho letto l’ennesima discussione se sia razzista o meno usare il termine “nero” riferito al colore della pelle di una persona. Discussione che appartiene al diffuso tema sul “colore della pelle”, messo in campo sia in senso antidiscriminatorio (il tipico “non è giusto discriminare qualcuno per il colore della sua pelle”) che discriminatorio. Il termine “nero”, in sé, non è razzista: è sbagliato. Così come è sbagliato utilizzare il termine “bianco”. Eccetera. Punto.
Anni fa, verso il termine di un lungo lavoro di video-documentazione sulle attività di un’importante cooperativa sociale di Milano, mi chiedono di terminare un video impostato in stile TG con il Meteo. Quindi utilizzo quella che viene chiamata tecnica del telo verde. Come vedete dall’immagine, il ragazzo si trova davanti a un telo (che in questo caso è blu ed è un mio lenzuolo, ma non sottilizziamo) e, con la mano, indica quelle che, nella versione finale del video, saranno le regioni. In fase di post-produzione sostituisco il telo blu con l’immagine della cartina d’Italia.


Nel preparare quel lavoro, mi trovo in un forum di videomaker e ruoli circonvicini. Il tema è “Perché il telo deve essere verde?” o qualcosa del genere.
La risposta è che il verde è il colore che maggiormente contrasta con quello della pelle, quindi è più facile sostituire lo sfondo con l’immagine che si vuole, selezionando bene anche le parti scoperte della persona. A un certo punto uno chiede: “Ma se l’attore fosse di colore?”. Risposta: non fa differenza, perché per la video / fotocamera il colore della pelle non cambia.
Lo dimostrano in modo inequivocabile le immagini qui sotto: la misurazione fornisce gli stessi esiti per entrambe le ragazze (vedere il primo parametro, Hue, tinta, che indica, appunto, il colore). Il parametro decisivo che cambia è la luminosità (Brightness nelle immagini tratte da Photoshop, Lightness nelle immagini tratte da Affinity Photo).




Niente, volevo solo dire questo, perché è da anni che quando leggo o sento parlare di “colore della pelle” mi vorticano i testicoli, così adesso mi sento meglio.
P.s.: per carità, che a nessuno venga in mente di cominciare a parlare di Oscuri e di Luminosi, perché allora sì che sarebbe peggio che andar di notte. La quale, lei sì, è buia.